Le dichiarazioni del prof. Massimo Girardis dell’Università di Modena al 70° Congresso Nazionale della Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione, Terapia Intensiva (SIAARTI)
Modena, 5 novembre 2016 – L’importanza di sistematizzare il percorso diagnostico-terapeutico della sepsi e di educare ad un buon utilizzo degli antibiotici sono tra i temi sottolineati dal prof. Massimo Girardis dell’Università di Modena al 70° Congresso Nazionale della Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione, Terapia Intensiva (SIAARTI), che si è svolto a Napoli.
“Il problema della sepsi negli ospedali – osserva Girardis – è finalmente stato riconosciuto come un’emergenza. E per rispondere a un’emergenza non basta una figura professionale, l’anestesista-rianimatore o l’infettivologo, ma serve un team, e questo team deve comprendere tutti gli operatori sanitari che non solo hanno a che fare col paziente ma che si occupano di gestire quello che sta dietro il paziente, e intendo dire i laboratori e gli amministratori. La sepsi – spiega il clinico – prevede che ciascuna struttura sanitaria operi in maniera tale da creare sinergie dal pronto soccorso all’ultimo reparto dell’ospedale, dal laboratorio alla direzione medica e generale dell’ospedale”.
Girardis indica alcuni esempi in Italia: “L’Emilia-Romagna aveva iniziato questo progetto 10 anni fa, la Lombardia da poco, la Toscana ha definito le linee guida. Questi tre esempi sono stati riconosciuti come meritevoli da parte della World Sepsis Day Organization per diffondere la cultura della sepsi, credo – aggiunge il docente – debbano essere utilizzati anche nel resto d’Italia come modello per sistematizzare la risposta alla sepsi”.
“Per quanto riguarda la gestione degli antibiotici – prosegue Girardis – l’argomento è simile ma un po’ diverso. La gestione degli antibiotici non comprende solo i pazienti con sepsi ma tutti i pazienti ricoverati in ospedale e anche fuori dall’ospedale. Quando si parla di antimicrobial stewardship dobbiamo intendere una risposta ancora una volta di sistema, una gestione corretta degli antibiotici dove il paziente con sepsi è una parte, ma una grandissima altra parte utilizza in maniera inappropriata gli antibiotici. Alcune regioni – afferma – hanno già fatto anche questo e si sono dotate di strumenti per il controllo dell’uso inappropriato degli antibiotici. E su questi modelli dobbiamo costruire i nostri ospedali”.
Girardis inoltre ritiene che “la battaglia contro la sepsi debba essere combattuta anche con finanziamenti, come avvenuto per altre patologie che hanno un’incidenza e una morbilità inferiore e sono stati investimenti pubblici, non solo privati. Lo stanno facendo anche Francia e Regno Unito. In Italia manca questo: l’appello ai nostri politici – conclude Girardis – è di migliorare con le risorse a disposizione il trattamento della sepsi, ma soprattutto un maggior investimento per fare ricerca”.
fonte: ufficio stampa