Il dolore di chi rimane

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Nicoletta Cocco

Pensiamoci bene: chi può dire di non aver provato, almeno una volta nella vita, un dolore bruciante originato dalla scomparsa improvvisa di una persona cara…
Certo, ognuno ha il suo dolore, anche a parità di problema o di dramma. E ognuno cerca la sua strada.

Il più delle volte esprimiamo la nostra sofferenza oscillando senza pace, dalla malinconia alla disperazione, dal tormento al senso di vuoto chiedendoci: “perché a me? Perché proprio a me doveva capitare questo?”. Domande inutili, senza possibilità di risposta.

Il cervello lo sa. Il cuore, invece, non riesce a farsene una ragione. Il cuore sembra congelarsi per l’incapacità di andare oltre la perdita.

È difficile sopravvivere. Immaginate sopravvivere alla scomparsa di un figlio. Questa è forse la prova più tremenda che la vita può presentare ad un genitore, perché la morte di un giovane è un evento “contro natura” che sovverte drammaticamente la logica della vita, secondo la quale sono i più anziani a doversene andare per primi.

Andandosene, sembra che il figlio abbia portato con sé ogni possibilità di gioia, lasciandoci un’unica cosa certa: il dolore.
Non consola dirsi “domani è un altro giorno”: dove si troverà il coraggio di arrivare fino a domani?

E suona come un insulto pensare che quel dolore, forse, potrà renderci più forti, cosa ci importa della forza quando desideriamo soltanto il diritto alla sofferenza, alla fragilità.

Eppure il futuro è imprevedibile… e il tempo, proprio come insegna la saggezza popolare, guarisce ogni ferita.

Nicoletta Cocco

Nicoletta Cocco

Direttore responsabile insalutenews.it

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