Roma, 19 settembre 2016 – “C’è una grande aspettativa da parte nostra, ma anche la consapevolezza che il tempo delle parole è finito”. Così ha dichiarato il Presidente della Croce Rossa Italiana Francesco Rocca, poche ore prima di prendere parte, oggi, all’high-level meeting sui flussi migratori, voluto dal Segretario Generale Ban Ki Moon, nell’ambito dell’Assemblea delle Nazioni Unite in corso a New York.
“Da anni – ha proseguito Rocca – denunciamo le tragedie del mare, dove migliaia di persone muoiono solo perché cercano un futuro migliore, scappando dalla guerra, dalla fame, dalla violenza diffusa. Da anni diciamo che i flussi migratori non devono essere trattati come un’emergenza, ma come una questione che andrà avanti finché ci saranno le cause scatenanti. C’è urgente bisogno di una risposta a livello globale al fenomeno migratorio che metta al centro l’umanità, che fermi le stragi durante i viaggi della speranza e che combatta anche il traffico di esseri umani. Quando abbiamo deciso di salire sulle navi del MOAS (Migrant Offshore Aid Station), lo abbiamo fatto perché, oltre all’assistenza agli sbarchi e nei centri di accoglienza, volevamo andare esattamente nel luogo dove il bisogno è ancora più forte ed estremo, ovvero in mezzo al mare”.
In tre mesi, prima solo sulla nave Phoenix e poi anche sulla Responder, la Croce Rossa insieme con il MOAS ha messo in salvo 4522 persone in 44 operazioni di ricerca e soccorso nel mar Mediterraneo.
“Gli Stati – ha continuato il Presidente della CRI – si devono mobilitare per istituire vie sicure per chi scappa dalla guerra, per garantire accesso umanitario nelle nazioni di origine, di transito e di arrivo e per prevenire concretamente le partenze, non con operazioni di polizia, ma con interventi di pace e di sviluppo in quei paesi dove fame e violenza diffusa portano le persone a scappare. Non ci si può aspettare di fermare l’immigrazione con la costruzione di nuovi muri o con l’imposizione di politiche restrittive che sono solamente un regalo per i trafficanti di uomini. La nostra speranza è che l’Assemblea generale prenda decisioni concrete per soluzioni immediate: la dignità dell’essere umano non può più aspettare”.
fonte: ufficio stampa