Esperti di rilevanza internazionale riuniti a Baveno in occasione della settima edizione dell’Expert Meeting on the management of patients with HCV infection per parlare degli avanzamenti nel trattamento dell’epatite C e delle prospettive future. Tema centrale: Efficacia, Tollerabilità e Semplicità dei regimi terapeutici di ultima generazione. In arrivo nuove combinazioni, e in futuro triple o quadruple associazioni di Antivirali ad Azione Diretta (DAA)
Baveno, 18 settembre 2016 – L’eradicazione dell’infezione da virus HCV è un obiettivo sempre più vicino, stando agli interventi di internisti, infettivologi, gastroenterologi e ricercatori riuniti sul Lago Maggiore per partecipare ad uno dei convegni più importanti dell’infettivologia mondiale, giunto alla sua settima edizione: l’Expert Meeting on the management of patients with HCV infection, in corso all’Hotel Splendid di Baveno.
Anche quest’anno il workshop è a numero chiuso ed ha una connotazione internazionale, con oltre novanta esperti dell’infettivologia mondiale tra discenti e pazienti a vari stadi di malattia, in particolare le special populations (i pazienti cosiddetti ‘difficili’ con insufficienza renale, con malattia avanzata e i pazienti con infezione G3), il rapporto costo-beneficio dei trattamenti, il trattamento dei ‘non rispondenti’ e delle comorbidità, e l’arrivo di nuovi antivirali ad azione diretta (DAA).
“Il meeting è stato un momento importante di scambio sullo stato dell’arte delle terapie antivirali ad azione diretta e su quanto verrà dopo, con una discussione focalizzata sulle tante ‘luci’, con ancora qualche residuo ‘d’ombra’, su quanto è stato fatto in questi anni e su quanto resta da fare – afferma Savino Bruno, professore Straordinario di Medicina Interna all’Humanitas University Medicine di Rozzano (Milano) e chairman del Meeting – Si attendono molecole più potenti, più efficaci, in combinazione e con minore durata delle terapie e maggiore tollerabilità”.
L’Expert Meeting ripropone come nelle passate edizioni i lavori a piccoli gruppi e le lezioni frontali che hanno riscosso tanto successo sin dalla prima edizione del 2010. Nel corso del convegno sono stati dedicati diversi spazi alle nuove opportunità terapeutiche in arrivo per il trattamento dell’epatite C. Un focus particolare è stato quello sull’associazione di grazoprevir, inibitore delle proteasi NS3/4A dell’HCV, ed elbasvir, inibitore del complesso di replicazione NS5A del virus HCV.
“La ‘doppietta’ elbasvir/grazoprevir, che ha ottenuto l’approvazione di EMA per tutte le indicazioni, inclusi i pazienti con insufficienza renale cronica e in dialisi ed esclusi solo quelli con cirrosi scompensata – precisa Bruno – ha grandi potenzialità, grazie ad uno schema terapeutico estremamente semplificato: una sola pastiglia per un regime molto breve di 12 settimane e senza ribavirina nella maggioranza dei pazienti con G1 e G4. Un’unica somministrazione per queste categorie di pazienti, esclusi quelli con G2 e G3, per una breve durata (12 settimane) nella maggioranza dei casi e, per i pazienti con G1b che nel nostro Paese sono la prevalenza, sempre senza ribavirina”.
Ampio spazio durante il workshop è stato dato alle prospettive di trattamento per le special populations in particolare per i pazienti con insufficienza renale e dialisi e ai casi di fallimento per i quali, sottolineano gli esperti, l’approccio migliore consiste nella combinazione di ulteriori DAA: 3 o, addirittura, 4, provando le nuove combinazioni in caso di fallimento, che dipende dal genotipo e dalla gravità della malattia (infatti alcuni genotipi e la maggiore gravità di malattia rendono meno probabile la guarigione).
La ricerca non si ferma e tenta di dare risposte alle priorità, rappresentate dalle nuove combinazioni. “L’urgenza – sottolinea il prof. Bruno – è la tripla terapia e l’eventuale quadrupla terapia per i fallimenti con la duplice, soprattutto per i genotipi più difficili (G3 e cirrosi epatica). Le nuove molecole per le quali si prevede l’arrivo entro uno-due anni, hanno come bersaglio tutte i siti di replicazione del virus. Nel frattempo attendiamo la rimborsabilità di elbasvir/grazoprevir”.
fonte: ufficio stampa