Risonanza Paramagnetica Elettronica: nuove applicazioni e tecniche emergenti

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Torino, 3 settembre 2016 – Da lunedì 5 settembre a giovedì 8 settembre, dalle ore 9.00, presso l’Aula Magna Cavallerizza (Via Giuseppe Verdi 9) e il Palazzo del Rettorato dell’Università di Torino (Via G. Verdi 8) si svolgerà la decima edizione della Conferenza della Federazione Europea dei Gruppi di Risonanza Paramagnetica Elettronica.

Centosettanta esperti provenienti da ventiquattro paesi discuteranno sull’avanzamento della tecnica della Risonanza Paramagnetica Elettronica (acronimo: EPR) e della sua applicazione nei settori della biologia strutturale, della chimica e dei materiali avanzati. La Risonanza Paramagnetica Elettronica è una tecnica di indagine della materia molto affine alla più nota Risonanza Magnetica Nucleare. La tecnica EPR si basa su strumentazioni di elevata sofisticazione che possono investigare materia organica o non organica purché si sia in presenza di elettroni disaccoppiati. Questo è il caso per esempio dei cosiddetti radicali liberi, o di centri costituenti il sito attivo molte proteine oppure ancora di materiali avanzati per applicazioni tecnologiche.

Ecco perché in questa Conferenza siedono insieme chimici, fisici, scienziati dei materiali, biologi strutturali e medici uniti da un comune approccio metodologico applicato in campi diversi. L’Università di Torino possiede, insieme a quella di Padova, le strumentazioni più avanzate a livello italiano in questo campo. Durante la conferenza sarà assegnato il Premio Ulderico Segre alla migliore tesi di dottorato nel campo della risonanza paramagnetica elettronica.

EFEPR (European Federation of Electron Paramagnetic Resonance groups) è un’organizzazione non formale che riunisce 14 gruppi nazionali di paesi europei ed extra-europei. EFEPR organizza periodicamente una conferenza internazionale che copre i principali aspetti della spettroscopia di risonanza paramagnetica elettronica, comprese le nuove metodologie sperimentali e teoriche e scuole avanzate di formazione per giovani ricercatori.

fonte: ufficio stampa

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