Liste d’attesa, Anaao Assomed: “No ideologie, ma interventi concreti”

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obesa-visita-medica-pressioneRoma, 8 luglio 2016 – Eurostat in questi giorni ha comunicato che il 7,8% degli italiani lamenta un bisogno non soddisfatto di salute. Per il 6,2% il problema principale è rappresentato dai costi alti delle prestazioni sanitarie, mentre solo lo 0,8% lamenta un problema di liste d’attesa. In sintesi, 4 italiani su 5 che rinunciano alle cure lo fanno perché non possono permetterselo economicamente.

Con una tempistica non proprio felice, sono state riportate ieri dalla stampa le affermazioni del Presidente della Giunta regionale della Toscana Enrico Rossi che, ancora una volta, auspica una consistente limitazione, se non soppressione, della libera professione intramoenia dei medici dipendenti del SSN, individuata, in assoluta controtendenza rispetto ai dati Eurostat, come causa principale di iniquità nell’accesso alle cure per i cittadini e di prolungamento delle attese.

L’invocazione di una regolamentazione coercitiva è stata sostenuta con un richiamo alla normativa europea sull’orario di lavoro. L’Anaao Assomed ha già sostenuto come la Direttiva europea 88/2003 interessi solo ed esclusivamente il lavoro dipendente pubblico e privato essendo la libera professione intramoenia inquadrata giuridicamente come una attività autonoma per i medici che optino per il rapporto esclusivo con il SSN e pertanto non soggetta alle disposizioni sull’organizzazione del lavoro contenute nella Direttiva 2003/88/CE.

Come ben spiegato nell’interpello n.15/2011 del Ministero del Lavoro, l’attività intramoenia consiste nell’erogazione dell’attività lavorativa in piena autonomia, sia per quanto concerne i modi sia i tempi di svolgimento della stessa. La prestazione è, infatti, soggetta al pagamento da parte del cittadino di un compenso liberamente stabilito dal professionista e approvato dalla Direzione aziendale e viene svolta rigorosamente al di fuori dell’orario di lavoro.

Pertanto, il Presidente Rossi, più che rivolgersi al legislatore italiano, dovrebbe invocare un cambiamento della Direttiva da parte del Parlamento europeo. In passato paesi governati da formazioni politiche di centro destra hanno tentato modifiche pro datori di lavoro di quella che è considerata una pietra miliare dell’Europa sociale. Tentativi sempre rigettati dall’assise europea con votazioni a larghissima maggioranza. A meno che non si voglia procedere con modifiche legislative di livello regionale. Via che sconsigliamo vivamente, considerata la fine che ha fatto la modifica della Direttiva europea tentata dalla Regione Basilicata.

La legge lucana è stata prima impugnata dal Governo davanti alla Consulta ed è di ieri, a proposito di tempistiche crudeli, la notizia dell’avvio da parte di Bruxelles della procedura EU-Pilot, il meccanismo di risoluzione dei problemi di implementazione del diritto dell’UE concepito come fase preliminare all’apertura formale della procedura di infrazione.

Nell’attesa di assistere ad eventuali ulteriori interventi della Commissione europea su approssimative e illegittime interpretazioni delle Direttive europee, invitiamo il Governo nazionale e le Giunte regionali ad affrontare il tema delle liste di attesa secondo alcune pragmatiche proposte da tempo avanzate dall’Anaao Assomed:

  1. incentivare il ricorso all’istituto della produttività aggiuntiva nell’ambito di accordi contrattuali aziendali che coinvolgano tutto il personale;
  2. estendere ai programmi di abbattimento delle liste d’attesa i benefici fiscali e contributivi previsti per l’incremento della produttività nel privato;
  3. trasformare i ticket pagati dai cittadini in una risorsa aggiuntiva da utilizzare per l’abbattimento delle liste d’attesa, non sottraendola al finanziamento ordinario destinato alle Regioni;
  4. prevedere specifiche incentivazioni per l’erogazione dei servizi in orari serali e prefestivi.

Non abbiamo bisogno di battaglie ideologiche, condotte per lotta politica interna ai partiti, su problematiche che hanno già un solido e condiviso inquadramento legislativo e normativo, ma di interventi pragmatici che comportino la presa in carico dei problemi puntando a soluzioni concrete, concertate con le legittime rappresentanze sindacali. Questo aspettano i cittadini.

fonte: ufficio stampa

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