Pet therapy, a Napoli le prime linee guida universitarie

logo-universita-federico-ii-napoli

Francesca Menna: “L’efficacia della pet therapy sta nella relazione interspecifica, in cui uomo e animale sono in comunicazione circolare e in cui avviene uno scambio emotivo. Il paziente percepisce il linguaggio non verbale dell’animale e i suoi benefici”

pet-therapy-uni-napoli-1Napoli, 30 giugno 2016 – L’animale è un co-terapeuta. Giovedì 7 luglio alle 9.00 nell’aula Pessina del centro congressi dell’Università Federico II di Napoli, si tiene la presentazione del documentario “L’approccio scientifico alla Pet Therapy, il metodo e la formazione secondo il modello federiciano”, tratto dalla monografia scritta dalla prof.ssa Francesca Menna.

Si tratta di un caso unico in Italia, studiato e realizzato nel Dipartimento di medicina veterinaria, dove, attraverso un approccio integrato tra ricerca e formazione, sono state messe a punto le prime linee guide universitarie del metodo di terapie assistite con gli animali.

pet-therapy-uni-napoli-2“Questo è un modello che riconosce per la prima volta l’autonomia del cane rispetto alle sue capacità relazionali ed emotive – spiega Francesca Menna – un dato eccezionale, che mai sino a ora è stato elaborato in altri atenei del Paese e all’estero. L’efficacia della pet therapy sta nella relazione interspecifica, in cui uomo e animale sono in comunicazione circolare e in cui avviene uno scambio emotivo. Il paziente percepisce il linguaggio non verbale dell’animale e i suoi benefici”.

pet-therapy-uni-napoli-3Numerosi studi antropologici e psicologici affermano che l’interazione con l’animale può ridurre i disturbi comportamentali (agitazione, aggressività), lo stress, disturbi dell’umore (ansia, apatia, depressione), ma anche stimolare alcune funzioni cognitive residue. La base fondante del modello federiciano è soprattutto la visione non antropocentrica, ma sistemica. Non si guarda soltanto a quello che l’uomo fa e dà piacere in chi lo fa, ma si basa sulle restituzioni dell’animale.

“L’animale viene coinvolto e mai usato – commenta la prof.ssa Menna – è un complice prezioso che partecipa attivamente al setting con il medico veterinario zooterapeuta e psicoterapeuta esperto di relazione interspecifica E.R.I esprimendo il suo talento e la sua specifica competenza rinnovando, questa volta con finalità terapeutiche, la stessa alleanza riconosciuta e base della zooantropologia”.

Alla presentazione del documentario realizzato da Carmine Luino e Federica Riccio partecipano: Gaetano Manfredi, rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e presidente della C.R.U.I, Guido Trombetti, rettore emerito dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, Gaetano Oliva, direttore dipartimento di medicina veterinaria e produzioni animali Università degli Studi di Napoli Federico II, Francesca Menna, docente di igiene e sanità pubblica veterinaria Università degli Studi di Napoli Federico II.

fonte: ufficio stampa

Salva come PDF
Le informazioni presenti nel sito devono servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. Ricordiamo a tutti i pazienti visitatori che in caso di disturbi e/o malattie è sempre necessario rivolgersi al proprio medico di base o allo specialista.

Potrebbe anche interessarti...