Bologna, 27 giugno 2016 – È stato recentemente pubblicato un importante studio europeo che fotografa il fenomeno della morte improvvisa per arresto cardiaco in Europa e in Italia. Lo studio “EuReCa One, 27 nazioni, una Europa, un registro: analisi prospettica per un mese della prognosi da arresto cardiaco extra ospedaliero in 27 Paesi Europei”[1] è stato pubblicato da European Resuscitation Council (ERC)[2] a giugno 2016.
Obiettivo dello studio è quello di determinare l’incidenza degli arresti cardiaci extra-ospedalieri in tutta Europa e i risultati del loro trattamento. Il fenomeno, infatti, rappresenta ancora un grave problema nei sistemi sanitari dei Paesi Europei ed è causa di un numero elevato di decessi ogni anno.
Lo studio rappresenta una vera pietra miliare nel mondo della rianimazione cardiopolmonare europea. Per la prima volta 27 Paesi membri dell’Unione Europea si sono uniti in una raccolta prospettica di dati sull’arresto cardiaco extra-ospedaliero e sulla sopravvivenza a questo drammatico evento.
“Siamo lieti di essere i referenti italiani per la raccolta dei dati dello studio EuReCa One[3] – dichiara il coordinatore nazionale dello studio per l’Italia, dott. Federico Semeraro, presidente di Italian Resuscitation Council (IRC) – e aver contribuito alla costruzione del Registro Europeo sugli arresti cardiaci. Desideriamo condividere questo successo con gli 8 Centri pilota che hanno partecipato alla survey internazionale dimostrando altissimi livelli di professionalità e collaborazione. IRC, che da sempre si batte per sensibilizzare la comunità sul tema dell’arresto cardiaco, si augura che questo progetto divenga uno stimolo per le Istituzioni italiane affinché la cultura della rianimazione cardiopolmonare sia inserita tra le priorità dell’agenda politica”.
Gli 8 Centri – AOU Ospedali Riuniti di Trieste, 118 Romagna Azienda USL della Romagna, 118 ASL Lecce, 118 Bologna Ospedale Maggiore AUSL di Bologna, 118 Milano Ospedale Niguarda Cà Granda, Ospedale Civile di Legnano, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo Pavia e 118 AO Santa Maria degli Angeli Pordenone – hanno lavorato alla raccolta dei dati nel mese di ottobre 2014, per un totale di 773 arresti cardiaci su una popolazione stimata di 8 milioni di abitanti. I dati raccolti nei 27 Paesi europei coinvolti nel progetto hanno prodotto risultati per 10.682 arresti cardiaci su una popolazione stimata di 174 milioni di persone.
“La creazione di un Registro europeo degli arresti cardiaci è da considerarsi fondamentale per migliorare l’assistenza ai pazienti – dichiara il dott. Giuseppe Ristagno, coordinatore del Comitato Scientifico di IRC – siamo certi che la raccolta e la valutazione critica dei dati epidemiologici sugli eventi di arresto cardiaco e sul loro trattamento possano divenire strumento di riflessione per addetti ai lavori e decisori del Sistema Sanitario Nazionale che aiuti l’implementazione di azioni volte al miglioramento della qualità della cura”.
I dati raccolti attraverso EuReCa One rappresentano certamente una base di confronto per i diversi Paesi europei, utile a identificare le falle del sistema di intervento e cura, ma anche a diffondere la conoscenza di best-practices la cui condivisione e applicazione estesa possa consentire di aumentare il tasso di sopravvivenza da arresto cardiaco extra-ospedaliero.
Italian Resuscitation Council (IRC), insieme ai partner europei, ha dato il via al reclutamento dei nuovi centri pilota per “EuReCa Two”, che avrà luogo nel periodo di febbraio-marzo 2017.
[1] EuReCa One – 27 Nations, One Europe, One Registry – A prospective one month analysis of out-of-hospital cardiac arrest outcomes in 27 countries in Europe
[2] http://www.resuscitationjournal.com/article/S0300-9572(16)30099-5/abstract
[3] https://www.eureca-one.eu/
fonte: ufficio stampa