Endometriosi, le Regioni Friuli Venezia Giulia, Molise, Sardegna e Puglia unite per una rete nazionale assieme avviare una legge unitaria nazionale che tuteli i tre milioni di donne affette in Italia da questa malattia invalidante. È il risultato ottenuto sabato 22 novembre da Sonia Manente, la presidente dell’Associazione Endometriosi Friuli Venezia Giulia, che ha organizzato questa rete e che nel 2012 ha fatto approvare in Friuli Venezia Giulia la prima legge regionale in Italia sull’endometriosi. A due anni di distanza, le Regioni Puglia (da ottobre una Legge Regionale) Molise e Sardegna stanno seguendo l’esempio del Friuli Venezia Giulia.
Il Presidente del Consiglio del Friuli Venezia Giulia Franco Jacop s’impegna a dare un supporto tecnico assieme all’associazione: raccogliere tutti i Consigli regionali per un coordinamento capace di portare all’attenzione del Ministero della Salute la gravità della endometriosi e gli effetti che questa malattia comporta sulla vita delle donne che ne sono affette.
Dall’altra parte del maxi-schermo, al tavolo in videoconferenza ha partecipato per la Sardegna il consigliere regionale Lorenzo Cozzolino: “Sono convinto che potremo contare a Roma a fianco delle altre Regioni (Fvg, Molise e Puglia) che hanno lavorato o stanno lavorando per una legge regionale sull’endometriosi, tra un mese dovrebbe essere approvata”. Praticamente gli stessi i tempi previsti dal Molise, secondo Claudio Pian, delegato a fare le veci del consigliere regionale Vincenzo Cotugno: “Siamo pronti ad aderire a una proposta di legge nazionale. La nostra proposta di legge regionale è già depositata in Commissione, stiamo lavorando per farla approvare entro la fine dell’anno e contiamo che sarà operativa già a gennaio 2015”.
Nella stessa linea il parere dato – a margine della conferenza – dalla consigliera regionale della Puglia, Anna Rita Lemma, seconda Legge in Italia sull’endometriosi che ha insistito sulla necessità di fare rete tra Regioni per una proposta di legge nazionale, la Consigliera auspica che vengano attivati dei protocolli per una diagnosi precoce, inoltre sulla base della Legge del Friuli Venezia Giulia che altre Regioni seguano il nostro esempio. La presidente Sonia Manente ha dichiarato: “Sono felice di avere attivato questo interesse anche a livello nazionale, sono stata e sono tutt’ora di supporto tecnico ad alcune regioni dietro le quinte, come la Puglia, il Molise ed altre regioni, un impegno importante che è basato su puro volontariato gratuito, perché credo fermamente in questa causa che rovina la vita alle donne e alle loro famiglie” Altro impegno che la Presidente ha avviato è quello di indicare la strada alle istituzioni e ai medici. “E’ ora di indirizzare i fondi per lo studio dell’endometriosi – continua la Presidente – malattia invalidante, non continuare a concentrarsi sulle conseguenze come l’infertilità. Se la malattia avrà medici più formati, la diagnosi farà meno danni”.
Il Convegno non si è fermato qui. Diversi gli interventi dei medici relatori, provenienti in maggioranza dall’Azienda Ospedaliera Santa Maria degli Angeli di Pordenone e dell’Istituto materno e infantile Burlo Garofolo di Trieste. Scioccante il contributo del direttore dell’Unità operativa di Ginecologia di Campobasso, Vito Chiantera, che nel descrivere la neuropelveologia – una nuova ricerca mini invasiva 3D – ha definito l’endometriosi “una malattia ad alto rischio di complicanze che deve essere trattata da medici e autorità alla stessa stregua di un cancro”.
La ginecologa romana Anastasia Ussia ha evidenziato come “la dismenorrea, che impedisce lo svolgimento di qualsiasi attività, non va sottovalutata perché evidenzia la necessità di una diagnosi urgente”.
Non è mancato infine l’appello, da parte del presidente di Federfarma, Francesco Pascolini, affinché “le associazioni come Endometriosi Fvg possano partecipare alla programmazione e all’informazione della patologia di cui si occupano”.
fonte: ufficio stampa