Marcatori tumorali, SIBioC: “Utili per il monitoraggio ma non per la diagnosi”

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La SIBioC si esprime sull’utilizzo spesso inappropriato degli esami di laboratorio in oncologia. Il presidente Marcello Ciaccio: “Siamo a fianco dell’AIOM nel condividere i criteri di appropriatezza relativi ai biomarcatori neoplastici”

ricercatori-2Milano, 13 maggio 2016 – “Quando si parla di cancro e di pazienti con una neoplasia è importante rispettare i criteri di appropriatezza prescrittiva per richiedere l’esame giusto, per il paziente giusto, al momento giusto, evitando così l’uso improprio e lo spreco di risorse sia economiche che tecnologiche per persone che potrebbero non sviluppare il tumore”.

È questa l’opinione del prof. Marcello Ciaccio, presidente SIBioC – Medicina di Laboratorio, in merito all’utilizzo inappropriato degli esami dei marcatori tumorali. Il concetto è stato esposto dal presidente nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), Carmine Pinto, in occasione del convegno nazionale sullo “Stato dell’Oncologia in Italia” organizzato dalla società scientifica al Senato nei giorni scorsi.

“L’obiettivo principale di queste analisi è fornire informazioni utili ed efficaci per valutare la risposta al trattamento farmacologico e/o chirurgico e monitorare nel tempo la malattia – continua il prof. Ciaccio – non certo per lo screening dei tumori. È ormai accertato che lo studio dei marcatori tumorali non è utile per effettuare una diagnosi precoce e quindi non possono essere utilizzati come esami di primo livello”.

In accordo con la dichiarazione rilasciata dal Presidente Nazionale dell’AIOM, la priorità sta nel ridurre l’inappropriatezza delle richieste dei marcatori tumorali, che rappresenta una necessità clinica ma anche un obiettivo etico ed economico. In tal senso sarà necessario implementare e ampliare l’utilizzo di test mirati a valutare la componente ereditaria delle patologie oncologiche, permettendo così l’attivazione di percorsi di prevenzione e sorveglianza clinica mirata e personalizzata al singolo paziente. Solo in questi termini si può giustificare questa indagine.

La Medicina di Laboratorio ha un ruolo centrale, come disciplina clinica, fondamentale e assolutamente necessaria per la risoluzione del problema clinico e, in particolare nel settore oncologico, svolge un ruolo di primaria importanza nella prognosi, nella guida e nel monitoraggio della terapia ma anche nella prevenzione grazie all’utilizzo di test molecolari rivolti alla valutazione del rischio ereditario. Tutto ciò, naturalmente, richiede cooperazione e condivisione con le altre Società Scientifiche, come accade oggi con AIOM, per la stesura di linee guida e di percorsi partecipati indirizzati a considerare la salute del cittadino come obiettivo principale.

fonte: ufficio stampa

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