Roma, 21 novembre 2018 – L’Anaao Assomed conferma e ribadisce le ragioni dello sciopero di venerdì 23 novembre che interesserà i 135 mila medici, veterinari e dirigenti sanitari del Servizio Sanitario Nazionale con il rinvio di circa 40.000 interventi chirurgici e di centinaia di migliaia di visite specialistiche e prestazioni diagnostiche ed il blocco di tutta l’attività veterinaria connessa al controllo degli alimenti. Saranno assicurate le attività di urgenza e di pronto soccorso.
Nonostante le timide aperture dei parlamentari incontrati nelle scorse settimane, restano irrisolte nei provvedimenti legislativi in itinere le istanze avanzate dalla categoria:
- un finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale 2019 che preveda le risorse indispensabili per garantire i vecchi e i nuovi Lea ai cittadini;
- il rinnovo del contratto fermo da 10 anni , con le necessarie risorse finanziarie e la abolizione del tetto al trattamento accessorio;
- la cancellazione dell’anacronistico blocco della spesa per il personale della sanità che frena le assunzioni;
- il finanziamento di almeno 3.000 nuovi contratti di formazione specialistica post lauream.
“Sembra quasi che i problemi che denunciamo – commenta Carlo Palermo, Segretario Nazionale Anaao Assomed – riguardino solo noi. Tutto è prioritario, tutto è degno di attenta valutazione e sollecito impegno mentre il momento degli ospedali, dei medici e dirigenti sanitari, della sanità pubblica arriva solo quando si vuole tagliare, chiudere, risparmiare, a volte accusare. Insomma entriamo nell’agenda sociale e politica del Paese sempre con un segno meno, mai con un più di proposte innovative e soluzioni condivise. Lo sciopero mira anche a correggere questa deriva per mettere i nostri temi ed i nostri valori al centro del confronto politico, per sollecitare una riscrittura delle priorità che riconosca ai problemi della nostra categoria e della sanità il diritto di avere soluzioni chiare e positive perché i nostri problemi sono anche quelli dei cittadini che non accedono alle cure e non vedono tutelato il diritto alla salute”.
La mobilitazione coinvolgerà i medici, i veterinari e i e dirigenti sanitari di tutte le Regioni e in ogni capoluogo è stata organizzata una manifestazione unitaria secondo la tabella sottostante.
Il 23 novembre la sanità pubblica si ferma per chiedere condizioni, finanziarie e di lavoro, che le consentano di continuare a svolgere il suo ruolo a difesa della salute dei cittadini. Con l’auspicio che Governo e Regioni possano recepire le ragioni della nostra civile protesta.