Ginevra, 12 settembre 2022 – Il Rapporto sui risultati 2022 del Global Fund pubblicato oggi evidenzia ripercussioni significative nel 2021 relativamente ai programmi per sconfiggere HIV, tubercolosi (TBC) e malaria.
Nel 2020, la pandemia di Covid-19 ha avuto un impatto devastante sulla lotta contro queste tre malattie comportando – per la prima volta nella storia del Global Fund – un regresso nei principali risultati programmatici delle tre patologie. Quando la pandemia ha colpito i Paesi in cui opera il Global Fund, il partenariato ha messo a punto una risposta rapida per fornire risorse aggiuntive. Il rapporto di quest’anno dimostra che gli investimenti hanno dato i loro frutti e che è in corso una ripresa.
“Lavorando fianco a fianco, negli ultimi vent’anni il partenariato Global Fund ha salvato 50 milioni di vite, a riprova del fatto che l’impegno globale e la leadership comunitaria possono contribuire a scongiurare le malattie infettive più letali al mondo – ha dichiarato il Direttore esecutivo del Global Fund, Peter Sands – Nonostante la maggior parte dei Paesi impegnati nella lotta ad HIV, TBC e malaria abbia iniziato a riprendersi dai danni dovuti al Covid-19, dobbiamo aumentare i nostri sforzi per recuperare completamente il terreno perduto e rimetterci sulla buona strada per porre fine a queste malattie entro il 2030”.
Il Global Fund ha fornito una risposta tempestiva al Covid-19 tramite finanziamenti significativi ai Paesi e grazie al nostro Meccanismo di risposta al Covid-19 (C19RM), attingendo all’esperienza nonché alle nostre solide reti globali. Dal marzo 2020, il Global Fund ha investito oltre 4,4 miliardi di dollari per combattere la pandemia e mitigarne l’impatto su HIV, TBC e malaria.
Grazie ai finanziamenti, i Paesi hanno potuto avviare campagne di prevenzione e adeguare rapidamente i programmi esistenti, acquistare dispositivi di protezione individuale, diagnostica, trattamenti e forniture mediche. Questa rapida risposta ci ha aiutato a evitare lo scenario peggiore di un aumento dei decessi e dei casi delle tre malattie.
Decenni di esperienza nella lotta contro HIV, TBC e malaria hanno consentito a molti Paesi a basso e medio reddito di contrastare il Covid-19 ricorrendo agli stessi laboratori, al monitoraggio delle malattie, alle reti comunitarie, a operatori sanitari qualificati e a catene di approvvigionamento già messe a punto per combattere HIV, TBC e malaria.
Nei Paesi in cui investe il Global Fund, i principali risultati per il 2021 comprendono:
Per l’HIV:
- 23,3 milioni di persone hanno ricevuto una terapia antiretrovirale salvavita per l’HIV, confermando la tendenza di un numero sempre crescente di persone sottoposte a trattamento per il virus;
- il 69% delle persone affette da HIV ha ottenuto una soppressione della carica virale;
- 12,5 milioni di persone sono state raggiunte da servizi di prevenzione dell’HIV, tra cui 5,8 milioni appartenenti alle popolazioni più a rischio e 6,1 milioni di giovani – recuperando il terreno perduto nel 2020, quando i servizi di prevenzione avevano subito una diminuzione.
Per la TBC:
- 5,3 milioni di persone trattate per la TBC; 110’000 persone trattate per la TBC farmacoresistente – proiettandoci lungo una traiettoria di ripresa dopo il drastico calo del 2020. Nell’arco di un anno, una persona affetta da tubercolosi attiva può contagiarne altre 15;
- 395.000 persone in contatto con i pazienti affetti da TBC hanno ricevuto una terapia preventiva, intensificando i nostri sforzi per evitare che l’infezione progredisca in malattia nelle persone a più alto rischio di TBC;
- 283.000 pazienti affetti da tubercolosi e positivi all’HIV sono stati sottoposti a farmaci antiretrovirali. La TBC è la principale causa di morte tra le persone affette da HIV.
Per la malaria:
- 280 milioni di casi sospetti di malaria sono stati testati, registrando progressi significativi negli sforzi per garantire la diagnosi di tutte le persone potenzialmente affette da malaria;
- 148 milioni di casi di malaria sono stati trattati, proseguendo nella ripresa per garantire che tutte le persone con diagnosi di malaria ricevano rapidamente trattamenti per prevenirne la morte;
- 133 milioni di zanzariere distribuite per proteggere le famiglie dalla malaria. Inoltre, 12,5 milioni di donne in gravidanza hanno ricevuto una terapia preventiva per la malaria, salvando vite e prevenendo esiti avversi alla nascita.
Grazie alla mobilitazione di Paesi e comunità nonché al generoso sostegno dei nostri donatori, il C19RM sta ottenendo risultati importanti e i programmi contro HIV e malaria sono in ripresa, superando i livelli del 2019. Anche nella lotta contro la TBC i risultati sono in miglioramento.
I livelli del 2019 non sono tuttavia quelli da noi previsti per il 2021. Ciò significa che siamo ancora fuori strada nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile volti a porre fine alle tre patologie. Inoltre, ora ci troviamo di fronte alla prospettiva di una nuova crisi sanitaria globale, innescata dall’impatto del conflitto e del cambiamento climatico su prodotti alimentari ed energia.
“Nel 2002 il mondo si è riunito per creare il Global Fund, un unico partenariato tra governi, società civile, settore privato e comunità. In questi tempi difficili, tale livello di impegno globale è nuovamente necessario per rimettersi in carreggiata e raggiungere buona salute e benessere per tutti entro il 2030. Il nostro obiettivo è la raccolta di 18 miliardi di dollari in occasione della Conferenza per il Rifinanziamento della prossima settimana a New York, salvando altri 20 milioni di vite nel triennio 2024-2026”, ha espresso Sands.
La Conferenza per il Settimo Rifinanziamento del Global Fund, ospitata dal Presidente Biden per conto del governo statunitense, si terrà a New York nel mese di settembre con l’obiettivo di raccogliere almeno 18 miliardi di dollari per finanziare il prossimo ciclo triennale di sovvenzioni. Il Global Fund stima che il finanziamento di 18 miliardi di dollari salverebbe 20 milioni di vite, riducendo di quasi due terzi i decessi per HIV, tubercolosi e malaria e potenziando i sistemi sanitari e comunitari per migliorare la risposta alle future pandemie.