Roma, 30 aprile 2021 – “Se il primo maggio è la festa del lavoro, c’è davvero poco da festeggiare con un milione di occupati in meno rispetto a prima della pandemia e la crisi economica che ha approfondito le povertà già esistenti. Anche i lavoratori del comparto sanità, sia pubblici che privati, hanno pagato il conto della crisi, tra precariato dilagante e tagli camuffati ai fondi contrattuali. Troppo spesso incerti sul loro futuro e ancora trattati come prestatori d’opera ‘usa e getta’. Durante questo interminabile anno di emergenza, il sindacato ha assistito a situazioni limite, dove i diritti di coloro che tutti hanno definito eroi sono stati più volte calpestati e vilipesi. Ma è giunta l’ora di un segnale forte con un rinnovo contrattuale che riconosca loro professionalità, competenze e relativi sviluppi di carriera in linea con gli altri paesi europei. Ad attenderlo 550mila operatori sanitari stremati da 14 mesi di Covid”. Così Giuseppe Carbone, segretario generale della Fials, che domani mattina sarà in piazza del Plebiscito a Napoli.
“Vale la pena ricordare che mai gli operatori sanitari – prosegue – hanno avuto un momento di tregua da oltre un anno a questa parte, vivendo un quotidiano drammatico in strutture per la maggior parte sotto organico e dovendo supplire in prima persona a carenze organizzativo-gestionali pregresse. Si tratta di categorie di lavoratori con turnistica h24, sette giorni su sette, sempre in prima linea. L’emergenza li ha travolti, all’inizio sequestrando persino la loro vita personale e mettendone a repentaglio la vita, ma ancora oggi li tiene sotto pressione”.
“È al loro alto senso del dovere, portato alle estreme conseguenze dalla condizione di esposizione al virus, che dedichiamo questa giornata – conclude Carbone – non dimenticando gli applausi tributati dai balconi, né i loro volti sfigurati dalle mascherine. Sempre memori degli oltre 110mila sanitari contagiati e delle centinaia di vittime lasciate sul campo”.