Torino, novembre 2014 – La medicina dei trapianti costituisce un settore avanzato in continua evoluzione della Medicina.
Il trapianto di organi solidi costituisce oggi la scelta terapeutica più indicata per numerose malattie, per le quali – in gran parte dei casi – non sono disponibili terapie alternative.
I trapianti di organi solidi presentano alcune peculiarità nella medicina moderna. La più rilevante è che esiste un grande divario tra l’offerta e la necessità dei trapianti. Questo impone l’impegno nel settore del procurement degli organi, potenziando il sistema di segnalazione di potenziali donatori. Ma anche il numero di donatori può essere allargato, sia attraverso l’inclusione di donatori e organi una volta considerati non adeguati ai trapianti (donatori con criteri estesi) sia sviluppando programmi di donazione da donatore deceduto per cause cardiache.
Un incremento dei trapianti può anche derivare da programmi di ricondizionamento di organi che siano stati prelevati anche senza una piena eligibilità al loro utilizzo.
Il divario tra necessità e disponibilità di organi rende conto anche della necessità di attuare nel modo più rigoroso e più efficace gli abbinamenti tra i pochi organi disponibili e i tanti riceventi in attesa.
Un’altra caratteristica peculiare della medicina dei trapianti è il suo costo. Le valorizzazioni mediante DRG dei trapianti di organi solidi sono in assoluto le più elevate. È pur vero che il trapianto rappresenta non solo la modalità di cura migliore, ma – in numerosi casi – anche la più economica. Mentre è condiviso che il trapianto di rene rappresenti un importante risparmio della spesa sanitaria per la cura di pazienti nefropatici rispetto alle altre terapie disponibili, non vi sono analisi dettagliate circa il costo del paziente con insufficienza terminale degli altri organi suscettibili di trapianto. Le terapie alternative oggi disponibili, anche se di minor efficienza, sono comunque altrettanto se non più costose, si pensi ai dispositivi di supporto cardiaco o polmonare.
Infine, la medicina dei trapianti necessita – più di altre discipline – di una piena integrazione di competenze da parte di tutte le discipline mediche: lo sviluppo di un’attività di trapianto costituisce per un ospedale una forte accelerazione di tutte le discipline medico-chirurgiche.
Questi temi sono trasversali ad ogni tipologia di trapianto di organi solidi. Solitamente convegni e congressi si sviluppano attorno ad un unico tipo di trapianto. Con il Convegno in programma a Torino lunedì 1° dicembre 2014 dalle ore 9 alle ore 17,30 (presso l’Aula Magna A.M. Dogliotti dell’ospedale Molinette di Torino) – intitolato proprio Sostenibilità, innovazione e sviluppo nei trapianti d’organo: il contributo della Città della Salute e della Scienza di Torino – si vogliono affrontare temi comuni ad ogni tipologia di trapianto, quali la sostenibilità, l’innovazione ed i possibili sviluppi.
Si vuole realizzare questo evento presso la Città della Salute e della Scienza di Torino, poiché questa Azienda rappresenta un polo di attività che – per tipologie di trapianti, volumi di attività e risultati – si colloca come un’eccellenza nel contesto del panorama della sanità nazionale, dove pure il sistema trapianti occupa comunque un ruolo di grande visibilità e credito.
Nel 2013, solo per citare qualche dato, in questo ospedale sono stati effettuati 319 trapianti d’organo, che rappresentano più del 10% di tutti i trapianti eseguiti in un centinaio di altri ospedali in Italia. Nel 2014, al 31 ottobre, sono già stati effettuati alla Città della Salute e della Scienza di Torino 241 trapianti d’organo, al ritmo di un trapianto al giorno. Il Centro trapianti di fegato è primo in Europa per numero di trapianti effettuati e sopravvivenza. Quello di rene è primo in Italia sempre per numero e sopravvivenza. Quello di polmoni quarto in Italia.
Questi risultati che rendono questo ospedale un’eccellenza in questa disciplina, trovano ragione della grande professionalità di tutti gli operatori coinvolti, e sono possibili grazie alla sensibilità e solidarietà dei familiari dei donatori deceduti che hanno autorizzato il prelievo degli organi. Infatti gli indici di donazione in Piemonte sono tra i più alti d’Italia.
fonte: ufficio stampa